Secondo una tesi diffusa, il conflitto russo-ucraino mostrerebbe l’inedita efficacia raggiunta da sistemi antimissile occidentali, Patriot in primis: una rivoluzione capace di spostare equilibri militari globali e, potenzialmente, scalfire la solidità della deterrenza nucleare. Ma è davvero così?
Il potenziale destabilizzante delle difese antimissile, in particolar modo delle difese antibalistiche, divenne evidente nel cuore della Guerra Fredda: si tratta di un tema più che mai attuale, essendo venuti a mancare meccanismi di controllo che ne frenino lo sviluppo da parte delle potenze militari globali, in seguito all’uscita degli Stati Uniti dal Trattato sui missili anti-balistici nel 2002. Da quando le V2 naziste iniziarono a schiantarsi indisturbate sul suolo belga e inglese, le armi balistiche hanno rappresentato una soluzione per innumerevoli forze armate, facenti affidamento sulla grande difficoltà di potenze maggiori e minori nell’intercettare tali minacce. Un fattore alla base della deterrenza nucleare, di fatto resa ancor oggi possibile dallo sviluppo di avanzate armi balistiche a lungo raggio, ma anche prezioso per la capacità di minacciare asimmetricamente avversari con maggiori risorse, impiegando economici missili balistici a corto raggio con testate convenzionali.
Secondo diverse fonti, il conflitto ucraino avrebbe finalmente consacrato i sistemi Patriot statunitensi, schierati ed esportati in numerose nazioni, come armi anti-balistiche terminali dall’inedita efficacia: la supposta capacità di tali sistemi mobili e relativamente accessibili nell’intercettare con facilità e affidabilità salve di avanzati missili quasi-balistici a corto raggio, rappresenterebbe anzitutto un campanello d’allarme per forze armate facenti largo affidamento su vettori balistici armati convenzionalmente.1 Una vera e propria rivoluzione che avrebbe impatto non indifferente anche sulla deterrenza nucleare, ostacolando la minaccia del ricorso ad un limitato impiego delle armi atomiche tattiche sul campo di battaglia, terribile carta giocabile da potenze nucleari alle prese con una grave crisi militare.2 Nella prospettiva di un ulteriore sviluppo di tali diffusi sistemi anti-balistici terminali, questi ultimi potrebbero inficiare, almeno parzialmente, persino la deterrenza nucleare strategica di alcune nazioni dipendenti da missili a medio raggio, un aspetto destabilizzante già previsto e discusso sul finire della Guerra Fredda.3
Eppure, ogni storico sa bene quanto dati e notizie provenienti da teatri di guerra possano essere non solo imprecisi, ma spesso distorti, manipolati o persino confezionati ad arte, secondo le necessità della propaganda bellica. Ciò è particolarmente evidente nel trattare il tema della guerra aerea e missilistica: da quando i cieli sono divenuti campo di battaglia, intenti propagandistici e concrete difficoltà nel documentare gli abbattimenti hanno fatto sì che, puntualmente, forze armate belligeranti ingigantissero vittorie, minimizzassero sconfitte o inventassero successi immaginari. Gli esempi sarebbero innumerevoli: dai sei aerosiluranti britannici rivendicati dalla contraerea italiana nella Notte di Taranto (Figura 2),4 ai più di settanta abbattimenti inventati da piloti e propaganda britannica in un singolo giorno di Battaglia d’Inghilterra;5 dalle centinaia di fittizie vittorie sui Mig comunisti della Guerra di Corea,6 agli ingigantiti numeri di velivoli distrutti rivendicati da egiziani ed israeliani nella guerra del 1973.7
Da un secolo a questa parte, errori in buona fede e mistificazioni non sono eccezione, bensì regola: come vedremo, si tratta di un fenomeno ben presente anche quando ad essere abbattuti non sono velivoli, ma missili. Importante è quindi valutare la fondatezza di questa tesi e l’affidabilità delle fonti che l’hanno ispirata, indagando i casi precedenti e l’efficacia dei sistemi antimissile negli oltre due anni di invasione dell’Ucraina, con un occhio di riguardo per la lotta antibalistica.
I rivoluzionari Patriot in Medio Oriente
Non è la prima volta che i Patriot si ritrovano protagonisti di una supposta rivoluzione della difesa antimissile. Il celebre sistema statunitense ha trovato largo impiego, specialmente nel ruolo di arma anti-balistica, nella Guerra del Golfo, nell’invasione dell’Iraq del 2003 e nel più recente scontro tra Houthi e sauditi: si tratta dei soli casi storici, precedenti l’invasione dell’Ucraina, dove sistemi antimissile si sono trovati a contrastare missili balistici in un campo di battaglia reale.
Il 18 gennaio 1991 venne rivendicato il primo abbattimento della storia di un missile balistico ostile, uno Scud iracheno intercettato in territorio saudita da una unità Patriot che svolse il proprio compito alla perfezione, stando ad un corrispondente statunitense sul posto.9 Meno di un mese dopo, il presidente americano George H.W. Bush, in visita alla fabbrica di missili Patriot Raytheon (Figura 3), annunciava trionfante l’abbattimento da 41 Scud su 42, e sanciva l’inizio di una nuova era:
« …we are witnessing a revolution in modern warfare, a revolution that will shape the way that we defend ourselves for decades to come. For years, we’ve heard that antimissile defenses won’t work, that shooting down a ballistic missile is impossible — like trying to “hit a bullet with a bullet.” Some people called it impossible; you called it your job. They were wrong, and you were right. Thank God you were right. The critics said that this system was plagued with problems, that results from the test range wouldn’t stand up under battlefield conditions. You knew they were wrong, those critics, all along. And now the world knows it, too. Beginning with the first Scud launched in Saudi Arabia, right onto Saudi Arabia — and the Patriot that struck it down — and with the arrival of Patriot battalions in Israel, all told, Patriot is 41 for 42: 42 Scuds engaged, 41 intercepted. »
February 15, 1991, President George H. W. Bush10
Si era di fronte, in realtà, non alla rivoluzione descritta da Bush, bensì al diffuso vizio di politici e militari di manipolare dati e millantare successi. Il 18 gennaio 1991 non fu lanciato alcuno Scud dagli iracheni: si trattò di un falso bersaglio, mentre – indagine dopo indagine – l’US Army dovette abbassare lo stimato tasso di successo nelle intercettazioni durante il conflitto,11 che in breve passò dal 97% dichiarato dal presidente, al 25%. Nel 1992, una commissione del Congresso statunitense concluse che solo il 9% delle intercettazioni da parte dei Patriot avevano neutralizzato la testata dei missili balistici,12 ed il Congressional Research Service identificò un solo caso di Scud intercettato con successo.13 Theodore Postol, professore dell’MIT, condusse una nota analisi indipendente sui filmati degli abbattimenti, stabilendo un tasso di successo per i Patriot durante la Guerra del Golfo inferiore al 10%, e possibilmente nullo.14 Similmente, le iniziali ottimistiche rivendicazioni dei militari israeliani – 60% di Scud abbattuti dai Patriot in servizio IDF – furono ribassate, sino a stabilire come non si potesse provare alcuna intercettazione di successo da parte dei Patriot israeliani durante il conflitto.15
Si potrà sostenere come anche una singola intercettazione di un missile balistico ostile possa aver rappresentato un momento rivoluzionario, pur trattandosi di una prova disastrosa per un sistema che avrebbe dovuto difendere lo schieramento NATO europeo dalla minaccia delle migliaia di missili balistici tattici sovietici. In ogni caso, il debutto relativamente fallimentare dei Patriot nel ruolo di arma anti-balistica non ne decretò l’obsolescenza, bensì ne incentivò l’ammodernamento. Così, se il Patriot PAC-2 schierato nel 1991 era un’arma concepita anzitutto per contrastare velivoli a lunga distanza, con una capacità limitata nell’intercettare missili balistici, il celebre sistema statunitense si presentò in una veste aggiornata già al successivo campo di prova – l’invasione dell’Iraq del 2003. Il conflitto, dagli effetti cataclismici per l’intera regione, non sarà un grande test per armi anti-balistiche: i militari statunitensi rivendicheranno di avere neutralizzato con pieno successo 8 bersagli balistici su 9,16 consistenti in vecchi missili antiaerei sovietici convertiti dagli iracheni in missili balistici a cortissimo raggio (detti anche tattici, con gittata di circa 150km).11 Armi imprecise e di più semplice intercettazione persino rispetto ai vecchi Scud del 1991: si consideri che la velocità raggiunta dai missili balistici nella fase di caduta, principale fattore ad ostacolarne l’intercettazione, è direttamente legata all’apogeo toccato nel volo e, di conseguenza, alla massima gittata raggiungibile dall’arma (Figura 4).
Sebbene manchino conferme indipendenti delle intercettazioni del 2003, è plausibile che in tale conflitto i Patriot si siano mostrati realmente efficaci, non solamente grazie alla facilità d’intercettazione dei bersagli. L’invasione dell’Iraq vide difatti debuttare nuove evoluzioni del sistema di difesa aerea concepite per la lotta contro missili balistici: i missili GEM-T, impiegabili dalle batterie Patriot PAC-2 già in servizio e dotati di un detonatore di prossimità maggiormente efficace contro bersagli balistici, ed i sistemi Patriot PAC-3, una evoluzione radicale dell’arma dedicata alla lotta antibalistica. Il gran numero di batterie schierate, unito alla scarsità del lanci iracheni, permise il lusso di ingaggiare bersagli singoli e relativamente semplici come gli Ababil-100 a cortissimo raggio anche con salve di quattro o cinque intercettori (Figura 5).17 Tuttavia, il conflitto iracheno evidenziò nuove problematiche: i Patriot impiegati in modalità “automatica” – riducente al minimo il controllo degli operatori in modo da permettere i tempi di reazione necessari alla lotta antibalistica – furono protagonisti degli abbattimenti fratricidi di due caccia della coalizione, su appena undici ingaggi effettuati.18 Inoltre, i sistemi di preallerta – specialmente quelli satellitari – si mostrarono scarsamente efficaci nell’individuare tempestivamente i lanci di missili balistici tattici e comunicarli alle batterie antimissile: spesso e volentieri, i Patriot poterono reagire agli attacchi solo dopo averli tardivamente individuati con il proprio radar.19
I sistemi Patriot PAC-3 introdussero batterie con radar più performanti, e nuovi missili espressamente progettati per la lotta anti-balistica: armi non più concepite per esplodere in prossimità del bersaglio ed investirlo di schegge, come il più classico dei missili antiaerei, bensì missili capaci di impattare fisicamente contro le testate balistiche precipitanti al suolo, distruggendole grazie alla sola energia cinetica sprigionata dalla collisione avvenente a velocità ipersoniche (Figura 6) – di fatto, sfruttando il principale vantaggio delle armi balistiche, la grande velocità di caduta, contro loro stesse. Al fine di ottenere l’estrema precisione necessaria per tali collisioni, ciascuno dei missili PAC-3 è in grado di guidarsi indipendentemente sul bersaglio grazie ad un piccolo radar di bordo: ciò libera il radar della batteria missilistica dal compito di guidare gli intercettori fino all’impatto illuminandone il bersaglio, permettendo di ridurre notevolmente i tempi di reazione del sistema ed aumentando il numero di obiettivi ingaggiabili simultaneamente. Non avendo più bisogno di una potente carica esplosiva, i missili PAC-3 hanno dimensioni più contenute rispetto ai GEM-T; tuttavia, essendo la letalità degli impatti cinetici dipendente dalla velocità a cui avviene l’impatto, armi come i PAC-3 risultano relativamente meno efficaci contro obiettivi più lenti come missili cruise e velivoli – nonostante l’aggiunta di una piccola carica esplosiva, impiegata quando sia necessario tentare l’intercetto di tali bersagli.20 Tutto ciò, unito alla maggiore gittata dei missili GEM-T, fa sì che ancora oggi sia usuale per le batterie Patriot PAC-3 schierare un mix di missili GEM-T a guida semiattiva – impiegati contro missili cruise e velivoli, con modeste capacità antibalistiche – e missili PAC-3 specializzati per l’intercettazione di missili balistici.
Il pluriennale conflitto tra la coalizione a guida saudita e gli Houthi yemeniti ha indubbiamente rappresentato il più significativo terreno di prova per le difese antimissile precedente l’invasione dell’Ucraina. Ancora una volta, protagonisti sono stati i sistemi Patriot, schierati da sauditi ed emiratini a contrasto di numerosi attacchi condotti con droni, missili cruise e, soprattutto, missili balistici; nuovamente, si è parlato precocemente di rivoluzione nella difesa antimissile, nonostante la mancanza di verifiche indipendenti.22
Un esame delle fonti di parte disponibili,23 consistenti principalmente nelle intercettazioni rivendicate dai militari sauditi, rivela che dal 2015 al 2019 i Patriot avrebbero fallito nell’abbattimento di 38-54 missili balistici,24 mostrando un tasso di intercettazione del 75-81%. Tuttavia, le poche verifiche indipendenti ad oggi disponibili suggeriscono che i sauditi usassero mentire riguardo le intercettazioni,25 attribuendosi regolarmente successi inesistenti e nascondendo i fallimenti: è assai probabile che le reali percentuali di successo delle difese anti-balistiche della coalizione siano state di gran lunga inferiori.11 Il caso saudita è di particolare interesse, poiché ha visto impiegate su larga scala alcune delle difese antimissile occidentali oggi schierate in Ucraina, i sistemi Patriot PAC-3 messi alla prova anche da attacchi coordinati condotti con più missili;26 d’altra parte, l’arsenale di missili balistici impiegato dagli Houthi è molto eterogeneo, ma generalmente di più facile intercettazione rispetto ai missili balistici impiegati dai russi.27
La difesa antimissile ucraina nel primo anno di guerra
I comunicati delle forze armate ucraine rappresentano la principale fonte relativa agli abbattimenti di missili nel territorio sotto controllo governativo, dal 2022 ad oggi. Una fonte di parte, in tempo di guerra, ciò nonostante ispirante non solo numerosi articoli giornalistici, ma persino studi di think-tank, analisti militari ed esperti del settore – la cui influenza non va sottovalutata.28 Utile è anzitutto considerare quanto i militari ucraini siano stati colti, in numerose occasioni, a manipolare dati relativi agli abbattimenti di missili e velivoli russi.29
Concentriamo il nostro sguardo sulle armi russe maggiormente significative ai fini di valutare l’efficienza raggiunta dalle difese antimissile di Kiev, ovvero quelle di difficile intercettazione: missili cruise supersonici o ipersonici, e missili balistici. Prima dell’entrata in servizio dei sistemi antiaerei occidentali Patriot e SAMP-T nella primavera del 2023, la difesa contro missili cruise supersonici ricadeva principalmente sulle spalle dei numerosi sistemi sovietici S-300PT/PS in servizio ucraino, in grado di intercettare alcuni di essi in condizioni favorevoli (vedi Figura 8, 11, 12 e 13),31 mentre i diffusi sistemi a medio raggio Buk-M1 non potevano, di norma, intercettare vettori così veloci.32 Dalla fine del 2022, le consegne di alcuni sistemi a corto-medio raggio NASAMS e IRIS-T da parte di paesi NATO hanno visto incrementare la capacità ucraina di intercettare missili da crociera, pur limitatamente a piccole zone di territorio.33 Una sola unità dotata di sistemi S-300V offriva capacità di difesa contro missili balistici, potendo però coprire aree molto limitate; è tuttavia assai probabile che gli S-300V in servizio ucraino – sistemi antimissile mobili sovietici entrati in servizio a metà anni ’80, a lungo i più avanzati al mondo nella categoria – abbiano particolarmente sofferto la difficoltà di reperire munizionamento e pezzi di ricambio, tale da limitarne o precluderne l’impiego nel conflitto.34
I Kh-22, i missili cruise più anziani impiegati dai russi, sono curiosamente tra i più ostici per le difese ucraine. Si tratta di voluminose armi progettate dai sovietici nei lontani anni ’60, volte anzitutto ad un impiego antinave:35 a renderle letali sono velocità e profilo di volo atipico per un missile da crociera (Figura 9), consistente in un approccio ad alta quota a circa quattro volte la velocità del suono, al di fuori del raggio della gran parte delle difese aeree, terminante in una ripida picchiata finale condotta dall’arma da sei tonnellate a velocità supersoniche – lasciando speranze d’ingaggio solo ai più moderni sistemi antimissile. La limitata precisione dell’arma quando impiegata su bersagli terrestri è parzialmente compensata da una testata esplosiva particolarmente potente: i Kh-22 sono tristemente noti in Ucraina come responsabili di gran parte degli attacchi risultanti in stragi di civili. A testimonianza dell’efficacia dimostrata dall’arma di origine sovietica nel corso del conflitto, i russi ne hanno recentemente messo in produzione una versione rimodernata, i Kh-32.
Il 30 maggio 2022 la difesa aerea di Odessa annunciava l’abbattimento del primo Kh-22,36 presumibilmente da parte di sistemi S-300P – nonostante essi abbiano poche possibilità d’ingaggio contro tale bersaglio. A meno di una settimana di distanza, lo Stato Maggiore ucraino rivendicava l’intercettazione di un secondo esemplare sui cieli di Kiev, in un attacco dove altri quattro Kh-22 finirono a bersaglio.37 Il 29 giugno, le unità missilistiche a difesa di Odessa segnalavano un terzo abbattimento,38 mentre il 2 luglio si assisteva ad un evento surreale: la 101a Brigata ucraina annunciava di avere abbattuto un Kh-22 con un missile spalleggiabile Igla!39
Gli S-300 ucraini sembrano a quel punto perdere la capacità di intercettare i Kh-22 per diversi mesi, fino a gennaio 2023, quando un tristemente famoso attacco vede il consigliere presidenziale Arestovych annunciare l’intercettazione di un Kh-22 da parte dell’antiaerea, con l’arma russa poi schiantatasi su edifici residenziali a Dnipro (Figura 10). Colpo di scena: l’aviazione ucraina, per mano del portavoce Yuriy Ignat40 e del comandante Oleschuk,41 smentisce l’abbattimento, e smentisce tutti gli abbattimenti di Kh-22 rivendicati negli undici mesi di conflitto. Nessun sistema ucraino, dichiarano, è in grado di intercettare l’arma, assolvendo le forze di difesa aerea da qualsiasi implicazione nella strage di Dnipro – 46 morti tra cui 6 bambini – e spingendo Arestovych alle dimissioni.
Come vedremo, il caso dei Kh-22 non è isolato: numerosi abbattimenti di rilievo annunciati e poi rinnegati hanno demolito la già precaria credibilità delle forze armate ucraine, dove i dati sulle intercettazioni sembrano piegati alle esigenze politiche di turno. Per ammissione dello stesso portavoce Ignat, nell’apparato militare ucraino vi è la diffusa tendenza a rivendicare il maggior numero di abbattimenti possibile, senza che le unità sul campo forniscano prove adeguate: non è raro che parti di missili rinvenute al suolo vengano trasformate in abbattimenti, finendo infine nei comunicati stampa.40
I P-800 “Oniks” sono altri missili cruise antinave impiegati dai russi contro obiettivi terrestri ucraini. Armi ben più recenti dei Kh-22, sono più precisi, difficili da contrastare perché uniscono il profilo di volo terminale a bassissima quota – tale da ritardare l’avvistamento da parte dei radar terrestri – ad una velocità notevole, superante i Mach 2, fattori che limitano i tempi di reazione consentendo al più limitatissime finestre d’ingaggio all’arsenale di S-300 sovietici in servizio ucraino.35
Il 14 giugno 2022, il Comando Aereo Sud ucraino annuncia l’abbattimento di una coppia di missili Oniks diretti contro Odessa:42 si tratta del primo di una serie di abbattimenti rivendicati, nel giro di pochi giorni, dalle difese aeree della città sulle sponde del Mar Nero. In quello stesso mese, altri nove P-800 “Oniks” vengono dichiarati abbattuti nei pressi di Odessa.43 Solo altri tre P-800 verranno rivendicati dai militari ucraini nel 2022 – uno a settembre,44 e due a dicembre,45 sempre nei pressi di Odessa – prima che, sorprendentemente, l’aviazione di Kiev rinneghi il tutto. A marzo 2023, il portavoce militare Yuriy Ignat dichiara quali armi risultano intercettabili dalle difese aeree ucraine di costruzione sovietica, e quali no: i P-800 “Oniks” non sono intercettabili, i ben 14 abbattimenti dichiarati nel 2022 vengono, di fatto, smentiti.46
Un copione destinato a ripetersi con i Kh-31P, missili antiradar largamente impiegati dai velivoli russi. L’arma di origine sovietica, dotata della capacità di guidarsi contro radar attivi, viene sfruttata per inibire le difese aeree ucraine che proprio dai suddetti radar dipendono. La minaccia alla sopravvivenza degli stessi sistemi antiaerei è garantita dalla elevata velocità dell’arma, capace di superare Mach 4 durante l’avvicinamento ad alta quota:47 ciò si traduce in intercettazioni ardue per i sistemi S-300 ucraini, nonostante il Kh-31P abbia un profilo di volo che non ne ostacola l’avvistamento. Spesso la migliore soluzione per batterie SAM bersagliate da simili armi è spegnere il proprio radar e, se possibile, cambiare repentinamente posizione, a costo di divenire temporaneamente inattive – motivo per cui i Kh-31P vengono frequentemente impiegati come “apripista” per stormi di missili russi. Secondo equipaggi di S-300 ucraini, i Kh-31P hanno dimostrato una letale capacità di identificare e memorizzare la posizione di radar pur tempestivamente spenti, guidandosi con buona precisione su di essa.30
Le foto di un primo, presunto abbattimento di un Kh-31P vengono diffuse già ad inizio marzo 2022,48 ma per il primo annuncio ufficiale dobbiamo attendere luglio, quando il comando operazionale Sud ucraino comunica l’abbattimento di un missile antiradar al largo di Odessa.49 La stessa fonte rivendicherà diversi abbattimenti di Kh-31P: uno ad agosto al largo di Mykolaiv,50 uno a novembre sul Mar Nero,51 fino ai quattro abbattimenti simultanei il 14 marzo 2023 al largo di Odessa.52 Eppure, anche tutti questi abbattimenti saranno apparentemente rinnegati dall’aeronautica ucraina: a due soli giorni di distanza dall’exploit di Odessa, il Kh-31P viene dichiarato come non intercettabile dai sistemi antiaerei ucraini.46
Nel 2022, Kiev ha rivendicato l’abbattimento di diversi missili balistici russi, al tempo teoricamente intercettabili dalla sola unità equipaggiata con sistemi S-300V sovietici. Il 9 marzo 2022 un Iskander-M russo veniva annunciato come abbattuto sopra Kramatorsk;53 dieci giorni dopo, il Ministero della Difesa ucraino sfidava le leggi della fisica rivendicando l’abbattimento di un missile balistico Tochka-U da parte di fanteria armata con missili spalleggiabili Stinger, nei pressi di Popasna.54 Sempre a marzo 2022, due missili balistici russi venivano apparentemente intercettati, nello stesso giorno, in località a centinaia di chilometri di distanza55 – evento incompatibile con la sola unità con capacità anti-balistiche in servizio ucraino in quel momento. Il quinto abbattimento rivendicato a maggio sarà l’ultimo:56 dopo un lungo silenzio, anche la capacità ucraina di abbattere missili balistici verrà sconfessata dall’aeronautica ad inizio 2023.57
Nel complesso, saranno ben 30 gli abbattimenti di rilievo rinnegati ad inizio 2023 dalle forze armate ucraine. Un atto di onestà, il tentativo di forzare la mano agli alleati, o un cambio di narrativa volto a preparare il terreno mediatico ai Patriot? E’ bene ricordare come, in quel periodo, Kiev cercasse in ogni modo di accelerare le consegne europee ed occidentali di sistemi di difesa aerea Patriot e SAMP-T. D’altra parte, alcuni degli abbattimenti rinnegati sarebbero stati tecnicamente possibili per i sistemi S-300P/V ucraini, seppur di difficile attuazione – specie considerando il progressivo esaurimento nel corso del conflitto delle munizioni compatibili con i sistemi sovietici.
Le sospette performance dei Patriot ucraini
A partire dall’arrivo dei primi sistemi Patriot nella primavera del 2023, la narrazione ufficiale ucraina riguardo gli abbattimenti cambia copione: pur mantenendosi incoerente, poco verosimile e carente di prove a supporto, essa continua ad essere acriticamente investita di credibilità da media e analisti occidentali.58
« …Patriots in the hands of Ukrainians ensure a 100% interception rate of any Russian missile… »
Volodymyr Zelensky, 29 maggio 2023 59
La prima batteria di Patriot statunitense schierata a difesa di Kiev (Figura 14) debutta in maniera cinematografica il 4 maggio 2023, quando viene rivendicato l’abbattimento di un missile aerobalistico Kinzhal diretto contro di essa – il bersaglio più formidabile fin lì messo in campo dai russi, mai annunciato come intercettato in precedenza.60 Un esordio non privo di sospetti: inizialmente le forze aeree ucraine smentiscono categoricamente l’impiego di missili balistici russi nell’attacco,61 salvo fare dietrofront successivamente, dando conferma ufficiale ad una tesi oramai diffusa dai media locali, sostenente l’abbattimento del primo Kinzhal sulla capitale.62 Nell’occasione, la piccata critica dei vertici dell’aeronautica ai giornalisti, ritenuti colpevoli di diffondere informazioni sensibili, seppur non provi l’autenticità dell’abbattimento, evidenzia quanto i comunicati ufficiali sulle intercettazioni possano essere manipolati ad arte dai vertici militari. Il 16 maggio successivo,63 il comando ucraino annuncia l’intercettazione integrale di un cospicuo attacco balistico russo sulla capitale: 6 Kinzhal su 6 abbattuti, e 3 Iskander-M su 3. Non è che l’inizio di una lunga serie di attacchi balistici russi annunciati come interamente intercettati dai Patriot nei pressi di Kiev, attacchi consistenti in lanci sincronizzati di numerosi vettori Iskander-M, Kinzhal o KN-23 64 – solitamente coordinati con l’impiego di dozzine di missili da crociera subsonici e droni suicidi Shahed. In due occasioni, la difesa aerea ucraina rivendicherà l’abbattimento concomitante di ben 10 missili balistici sopra Kiev.65
Si tratta di eventi epocali, se veritieri: sebbene i moderni missili PAC-3 MSE plausibilmente in dotazione ai Patriot ucraini abbiano mostrato in alcuni test la capacità di intercettare singoli missili balistici a medio raggio – dalla velocità terminale comparabile o superiore a quella di Iskander-M e Kinzhal – tale capacità non è mai stata testata contro bersagli multipli, e mai dimostrata sul campo di battaglia.67 Ambedue le armi russe hanno la capacità di manovrare durante il volo, non seguendo una classica, prevedibile traiettoria balistica; inoltre, durante l’avvicinamento sul bersaglio, esse rilasciano esche termiche, jammer e radar-riflettenti, volte a creare falsi bersagli per le difese antimissile (Figura 15).68 Sono soprattutto queste ultime caratteristiche, più che la sola velocità terminale, a rendere Iskander-M e Kinzhal bersagli ostici anche per le difese antimissile più moderne.
Secondo i comunicati militari ucraini, da maggio 2023 ad aprile 2024 i Patriot a difesa di Kiev – inizialmente una, oggi probabilmente due batterie – avrebbero intercettato il 100% dei più di 60 missili balistici russi diretti sulla capitale. Un tasso di intercettazione di armi balistiche storicamente inaudito, superiore persino alle già citate, ottimistiche e smentite rivendicazioni statunitensi e saudite. Tuttavia, la narrazione ufficiale ucraina riguardante la immacolata performance anti-balistica dei Patriot non è solo poco plausibile tecnicamente: una indagine più approfondita evidenzia diverse incongruenze.
Varie evidenze visive mal si conciliano con la narrazione ufficiale dei militari ucraini, sostenente l’intercettamento di gran parte dei missili cruise e della totalità dei missili balistici lanciati sulla capitale da un anno a questa parte. Talvolta, a fronte di intercettazioni annunciate con successo, i danni al suolo suggeriscono l’esplosione delle testate esplosive dei missili russi, piuttosto che l’impatto di soli frammenti frutto di riusciti abbattimenti (Figura 28). In altre occasioni, sono i filmati della popolazione cittadina o delle videocamere di sorveglianza a mostrare una realtà differente da quella propagandata ufficialmente. Il 23 gennaio 2024, un missile da crociera Kh-101 viene ripreso nei cieli della capitale mentre rilascia esche termiche e colpisce indisturbato il proprio obiettivo,69 apparentemente già centrato da un precedente missile: ore dopo, il comando dell’aviazione ucraina annuncerà l’abbattimento di tutti e 15 i missili Kh-101 lanciati dai russi quella notte.70 Si tratta di uno dei casi più evidenti, ma non è raro che i pochi filmati diffusi sfidando il divieto governativo mettano in dubbio le dichiarazioni dei militari.71
L’attacco su Kiev del 16 maggio 2023
Particolarmente interessante è l’attacco su Kiev del 16 maggio 2023: si tratta del primo massiccio raid diretto sulla capitale annunciato come interamente intercettato dalle difese ucraine, vedente l’impiego di droni suicidi, missili da crociera e ben nove armi balistiche.63 Nell’occasione, alcuni video – pubblicati nonostante la censura governativa – mostrano una batteria Patriot schierata nell’aeroporto Zhuliany lanciare freneticamente 35 intercettori.72 e tre successive esplosioni al suolo in prossimità della batteria stessa (Figura 16).73 Di lì a poco, Mosca rivendicherà un attacco balistico diretto al sistema Patriot schierato nella capitale, e fonti statunitensi annunceranno il danneggiamento dalla batteria, tacendone tuttavia la causa: danni spiegati dai militari ucraini con la sempreverde formula del “frammenti di missili intercettati”.74
E’ estremamente improbabile che frammenti risultanti da intercettazioni di armi balistiche, avvenute a 10-30 chilometri di quota, precipitino a ridosso dei lanciatori della batteria Patriot cittadina; lo diviene ancor di più se assumiamo che i missili russi fossero diretti contro la batteria stessa – come dichiarato dai comunicati di ambo i contendenti – in quanto la scarsa aerodinamicità dei frammenti li vedrebbe precipitare al suolo prima di raggiungere il bersaglio originario (Figura 17).76 E’ altresì implausibile che frammenti di una riuscita intercettazione terminale, che per essere tale deve neutralizzare la testata esplosiva del missile, causino simili esplosioni al suolo.75
I filmati di videocamere pubbliche e spettatori kievani forniscono ulteriori elementi relativi all’attacco del 16 maggio. Anzitutto, le tempistiche: la batteria Patriot schierata nell’aeroporto Zhuliany lancia 35 intercettori in poco più di due minuti,77 mentre gli impatti al suolo nei pressi della batteria – tre esplosioni nel giro di 30 secondi – avvengono a 6.28 minuti di distanza dal lancio del primo intercettore, e a 4,06 minuti dal lancio dell’ultimo dei 35.72 Si tratta di un lasso di tempo troppo lungo per presumere che i due eventi siano collegati: in altre parole, i tre impatti al suolo non possono essere il risultato di intercettazioni più o meno riuscite da parte della batteria Patriot, poiché i lanci degli intercettori sono avvenuti a 4-6 minuti di distanza, quando i supposti missili russi in avvicinamento erano ancora ben oltre la gittata di un sistema come il PAC-3.
Se le esplosioni al suolo smentiscono l’impatto di soli frammenti e le tempistiche indicano come gli ordigni bersaglianti la batteria Patriot non abbiano subìto alcun tentativo di intercetto da parte del sistema antimissile, non possiamo altresì presumere l’intervento di ulteriori lanciatori Patriot situati a breve distanza, poiché non vi è traccia di altri lanci di intercettori nei numerosi video riprendenti l’attacco da diverse angolazioni. Lo scenario che si profila per l’attacco del 16 maggio è quindi ben diverso da quello proposto dalle fonti ufficiali ucraine, pur permanendo diverse incognite.
Il massiccio lancio di missili antiaerei visibile nei video mostra indubbiamente un tentativo di intercettazione da parte del sistema Patriot, diretto contro diversi bersagli simultanei: possibilmente i missili da crociera Kalibr in volo quella notte, ma non possiamo escludere l’impiego di missili balistici in questo primo attacco. A tal riguardo, va considerato che singoli bersagli balistici sono tipicamente ingaggiati con 2-4 intercettori, e che i già citati Iskander-M e Kinzhal dispiegano ciascuno 6 esche durante la discesa: è possibile che limitati attacchi balistici russi, accompagnati dal rilascio di esche, risultino in massicci lanci di intercettori PAC-3, specialmente in contesti autodifensivi. Pochi minuti dopo questo primo attacco missilistico, di cui non conosciamo gli esiti ma che è possibile sia stato intercettato con successo, un secondo attacco è stato diretto contro la stessa batteria antiaerea situata nell’aeroporto cittadino: due o tre missili russi hanno colpito nei pressi della batteria, senza subire alcun tentativo di intercettazione missilistica, danneggiando o distruggendo almeno due lanciatori (Figura 22).
A prima vista, si potrebbe supporre l’impatto di missili da crociera: negli attimi precedenti le prime due esplosioni al suolo è brevemente visibile l’apparente tentativo di intercettazione in extremis da parte di artiglierie contraeree75 – probabilmente Gepard a guida radar – che difficilmente potrebbero tentare di ingaggiare bersagli balistici; tuttavia, non è possibile stabilire con certezza che gli eventi siano legati. L’eventualità che siano stati missili Kalibr a colpire la batteria Patriot non può quindi essere esclusa, ed implicherebbe un gravissimo fallimento della rete antiaerea cittadina, tale da lasciar passare una minaccia subsonica diretta contro un asset preziosissimo. Si noti come, la notte del 16, l’aeronautica ucraina abbia rivendicato l’abbattimento di tutti e 9 i missili da crociera diretti sulla capitale,63 ma 4 di essi sarebbero stati già abbattuti nel sud del paese.78
Una seconda ipotesi vede responsabili di questo attacco non intercettato i famigerati missili aerobalistici Kinzhal, il cui utilizzo il 16 maggio è stato confermato sia da Mosca che da Kiev. Si tratta di un duello tra sistemi d’arma particolarmente degno di essere analizzato, poiché destinato a ripetersi più volte nei cieli ucraini. Anche supponendo la mancanza del preavviso solitamente garantito dalla rete radar di sorveglianza, è improbabile che un radar favorevolmente posizionato di una batteria Patriot PAC-3 non abbia potuto individuare con sufficiente anticipo tali minacce in arrivo: i radar AN/MPQ-65 in servizio ucraino possono tracciare e classificare i Kinzhal ad almeno 90 chilometri di distanza.79 Ciò si tradurrebbe in un lasso di tempo teoricamente sufficiente per un tentativo di ingaggio autodifensivo con intercettori PAC-3. Come metro di paragone, i Patriot schierati durante l’invasione dell’Iraq del 2003 – con intercettori, radar e software inferiori agli attuali – individuavano missili balistici tattici iracheni a 40-50 chilometri di distanza, riuscendo ad ingaggiarli nei soli 40 secondi a disposizione.
Fattore da considerare ogni qualvolta vengono impiegati missili Kinzhal e Iskander-M è la capacità di disegnare traiettorie terminali volte a complicarne l’intercettazione (Figura 19):80 nel caso in questione, il missile aerobalistico russo è potenzialmente in grado di ridurre il tempo di esposizione agli intercettori PAC-3 – adottando, ad esempio, una traiettoria terminale in picchiata verticale. Si tratta di una capacità dimostrata frequentemente nel corso del conflitto dagli Iskander-M, di cui i Kinzhal sono parenti stretti; essendo questi ultimi lanciati da caccia Mig-31 ad alte quote e velocità, essi godono di una superiore energia cinetica rispetto ai cugini lanciati da terra – la quale si traduce in una maggiore velocità raggiungibile e, teoricamente, nella possibilità di impiegare traiettorie meno facilmente intercettabili rispetto a quelle degli Iskander-M. Si consideri che qualsiasi cambio di traiettoria nella fase terminale costringe i sistemi antimissile a ricalcolare un nuovo punto d’incontro con il bersaglio, potenzialmente vanificando lanci di intercettori già avvenuti ma oramai troppo fuori corsa per essere reindirizzati, il tutto ad alcune manciate di secondi dall’impatto. Quanto alle superiori caratteristiche cinetiche dei Kinzhal, esse sono state dimostrate dagli impieghi dell’arma contro obiettivi nell’Ucraina occidentale, situati ad almeno 800-1000 chilometri dal punto di lancio dei Mig-31.
Sulla carta, la manovrabilità dei Kinzhal, unita alla imprevedibile scelta delle direttrici d’attacco garantita dall’aerolancio dei Mig-31, può persino consentire ai russi di sfruttare una delle vulnerabilità storiche dei Patriot, ovvero i punti ciechi del sistema. Ogni batteria Patriot può lanciare missili in un raggio di 270 gradi, ma il radar consente di ingaggiare bersagli solamente in settori di 120 gradi, dovendo di volta in volta riposizionarsi per coprire l’intero raggio d’azione della batteria: ne consegue che singole batterie di Patriot soffrono di punti ciechi e risultano vulnerabili ad attacchi simultanei da più direzioni, motivo per cui è prassi schierare numerose batterie in grado di fornire copertura reciproca, oltre che sistemi di difesa di punto in grado di proteggere da droni e missili cruise. Un lusso sin qui non concesso alle forze armate ucraine, almeno per quanto concerne la difesa dalle armi balistiche.
Vi è un rovescio della medaglia nella capacità di manovra di missili quasi-balistici quali Kinzhal e Iskander-M: ogni deviazione da una traiettoria puramente balistica risulta inevitabilmente in perdita di velocità – la quale, anche in assenza di manovre, si mantiene ipersonica durante la gran parte della traiettoria, ma diminuisce nella fase finale di caduta sul bersaglio a causa della resistenza offerta dall’atmosfera. Dietro ogni lancio di tali missili vi è quindi un compromesso, che può ricercare la massima velocità di tragitto e impatto, al prezzo di una traiettoria prevedibile, oppure puntare ad una traiettoria finale manovrata e poco prevedibile, ma più lenta all’impatto, o ancora ricercare il minor tempo di volo possibile (Figura 20). Soluzioni diverse, a seconda dell’obiettivo da attaccare: è facile immaginare come bersagli semi-mobili richiedano il più breve tempo di volo possibile, mentre in attacchi in zone coperte da difese antimissile sia talvolta fruttuoso sfruttare la massima velocità all’impatto, oppure impiegare traiettorie in grado di complicare l’intercettazione o persino capaci di evitare le aree d’ingaggio degli intercettori.
Ulteriore fattore concernente l’impiego di missili Kinzhal e Iskander-M russi è la capacità di colpire un obiettivo individuato a centinaia di chilometri di distanza nel giro di alcuni minuti.81 Non stiamo parlando della sola velocità ipersonica raggiungibile da tali vettori missilistici, di per sé comune a tale classe di armi, ma della rapidità con cui tali sistemi sono in grado di lanciare contro un bersaglio individuato da sistemi di ricognizione. Gli Iskander-M in posizioni preparate sono apparentemente in grado di programmare il sensore di guida elettro-ottica e lanciare in appena 5 minuti; è possibile lanciare ancor più rapidamente missili limitati alla guida inerziale-satellitare, al prezzo di una precisione inferiore.82 Sia Iskander-M che Kinzhal possono ricevere la designazione di un bersaglio da economici droni da ricognizione infiltrati nelle profondità del territorio avversario, in una delle combinazioni più letali schierate dai russi in questo conflitto (Figura 21); è inoltre possibile che essi oggi abbiano una certa capacità di essere reindirizzati da remoto anche dopo il lancio, caratteristica che permette di colpire con efficacia bersagli semi-mobili.83
Questi elementi aiutano a far luce sulla dinamica di un attacco del 16 maggio in cui venga ipotizzato l’impiego dei Kinzhal. I russi erano certamente a conoscenza, grazie ai satelliti, degli usuali posizionamenti della batteria Patriot di Kiev; possiamo ipotizzare che il primo attacco missilistico, che ha visto massicci tentativi d’intercetto, abbia permesso a velivoli da ricognizione visiva ed elettronica di confermare in tempo reale la presenza della batteria nell’aeroporto Zhuliany – a tal riguardo, interessante è come il comando ucraino abbia rivendicato durante quella notte l’abbattimento di diversi droni d’osservazione sopra la capitale. Solo a quel punto sarebbero stati lanciati contro la batteria antimissile due-tre Kinzhal dai Mig-31 già in quota: i caccia russi devono aver avuto la capacità di programmare il bersaglio dei Kinzhal durante il volo oppure, in alternativa, la batteria Patriot aeroportuale è stata designata già prima del decollo basandosi sui dati satellitari, con i dati di ricognizione in tempo reale impiegati come conferma per il lancio.
La mancanza di tentativi di intercettazione da parte del Patriot di Kiev può essere spiegata con un lancio di Kinzhal seguenti traiettorie dirette verso gli angoli ciechi del sistema, angoli possibilmente individuati dalla ricognizione avvenuta durante il primo attacco; ciò sarebbe possibile assumendo il fallimento di parte dei radar di preallerta ucraini, che operando a supporto delle singole batterie antiaeree avrebbero dovuto individuare i missili aerobalistici ed avvertire con sufficiente anticipo l’unità Patriot. L’ampia gamma di traiettorie, le alte velocità e quote sfruttabili dai Kinzhal rendono l’ipotesi di avere eluso la rete radar di preallerta ucraina realistica, così come la possibilità dell’impiego con successo da parte dei russi di jamming elettronico, specie se diretto contro radar sovietici che ben conoscono e rappresentano parte centrale della rete stessa. Durante il conflitto, l’aviazione russa ha mostrato l’impiego di droni-esca volto a mappare la rete radar ucraina, in modo da individuare le posizioni dei radar di preallerta e i punti ciechi.84 In alternativa, è possibile che i Kinzhal siano stati lanciati con traiettorie volte a massimizzarne la velocità di tragitto ed impatto, e che la batteria PAC-3 non abbia avuto tempo a sufficienza per reagire in seguito all’individuazione della minaccia. Ciò sarebbe possibile con velocità dei Kinzhal superiori a quelle tipicamente stimate, o viceversa con tempi di reazione dei Patriot maggiori del previsto.
D’altra parte, l’esaurimento dei missili in grado di intercettare i Kinzhal potrebbe facilmente spiegare la mancata risposta del PAC-3 al secondo attacco. Si tratta di una eventualità difficile da provare, ma ampiamente plausibile: durante il primo attacco missilistico russo nella notte del 16 maggio, la frequenza ed il numero dei lanci di intercettori Patriot suggerisce l’impiego prevalente od esclusivo di missili PAC-3; a conferma di ciò, resti di intercettori PAC-3 CRI verranno ritrovati nella capitale la mattina successiva.85 Ogni unità Patriot è solita schierare un mix di diversi missili pronti all’uso: ad esempio, una tipica dotazione di una batteria PAC-3 con sei lanciatori vedrebbe 16 intercettori GEM-T, 16 PAC-3 CRI e 12 PAC-3 MSE.86 E’ quindi possibile che il lancio dei 35 intercettori visibile nei filmati abbia esaurito la dotazione dei missili in grado di intercettare i Kinzhal, lasciando il computer di lancio senza adeguate opzioni di risposta nel secondo attacco. La dottrina d’impiego statunitense dei Patriot prescrive di non lasciare missili in riserva, impiegando i missili migliori contro le prime minacce incombenti, in numero tale da garantirne l’abbattimento – fino a 4 intercettori per minaccia balistica nel caso di impiego autodifensivo.87 Tuttavia, è pur possibile che la batteria Patriot a difesa di Kiev schierasse un maggior numero di lanciatori – fino a otto – o di missili PAC-3 ottimizzati per la lotta anti-balistica.
Incongruenze e uso politico dei comunicati militari ucraini
A dispetto del gran numero di rivendicati abbattimenti di missili balistici sopra i cieli della capitale, i militari ucraini offrono poche prove a supporto, o ne forniscono di problematiche. Celebre è il caso del primo Kinzhal abbattuto, la cui presunta testata esplosiva (Figura 23) è stata presentata dal sindaco Klitschko in persona come prova dell’abbattimento di un missile raccontato come non intercettabile. Eppure, si tratta di una versione poco sostenibile: la testata, rinvenuta in un campo sportivo senza che fosse mostrato alcun cratere d’impatto,88 manca di scocca e superfici di volo; soprattutto, essendo largamente integra, è elemento incompatibile con una intercettazione ad opera di un Patriot PAC-3 – che, impiegando intercettori cinetici, ridurrebbe in frammenti la testata del missile in caso di riuscito intercetto.89 E’ altresì poco plausibile supporre una intercettazione di successo di un bersaglio simile da parte di missili GEM-T, con testata a frammentazione e capacità anti-balistiche limitate.
Ulteriori parti di Kinzhal rinvenute al suolo emergeranno nel corso del conflitto ucraino, talvolta evidenziando nuove incongruenze. Una testata di un Kinzhal rivendicato come intercettato dai Patriot (Figura 24) viene dissepolta a Kiev il 5 gennaio 2024,90 cui si aggiungono settimane dopo due ordigni rinvenuti nell’Oblast di Kirovograd,91 appartenenti a missili mandati fuori corsa il 13 gennaio grazie a sistemi di guerra elettronica, secondo le dichiarazioni dell’aviazione militare.92 Queste tre testate risultano essere penetrate per diversi metri nel terreno in seguito ad impatti ad alta velocità, e vengono recuperate in simili condizioni, praticamente intatte: eppure, i bollettini dei militari ucraini raccontano destini ben differenti per questi tre Kinzhal: il primo, intercettato cineticamente da un PAC-3, dovrebbe presentare una testata ridotta in frammenti disseminati in un’ampia area, al contrario dei due missili precipitati indisturbati al suolo nella regione di Kirovograd, dove ci aspetteremmo armi esplose correttamente, oppure testate inesplose danneggiate dall’impatto al suolo. Più in generale, i diversi ritrovamenti di testate di Kinzhal – se di esse si tratta – lasciano pensare ad ordigni malfunzionanti, piuttosto che a missili intercettati.
Dalle dichiarazioni dell’aeronautica di Kiev, emergono ulteriori anomalie. In almeno una occasione, fonti militari hanno rivendicato l’abbattimento di un missile aerobalistico Kinzhal diretto in Ucraina occidentale, colpito mentre sorvolava la regione di Kiev ad altissima quota e velocità ipersonica.93 Si tratta di un evento tecnicamente poco plausibile, essendo i Patriot PAC-3 sistemi anti-balistici terminali, ovvero concepiti per ingaggiare missili balistici solamente durante la fase di caduta sul bersaglio, a relativamente breve distanza da esso. Un Kinzhal indirizzato verso obiettivi così remoti avrebbe dovuto impiegare una traiettoria balistica con apogeo particolarmente elevato, rimanendo per la gran parte del tragitto al di sopra della quota d’ingaggio degli intercettori PAC-3 MSE – nominalmente 30 chilometri, possibilmente meno nel caso in questione, dove il bersaglio non ha una traiettoria di caduta in direzione della batteria antimissile.94
Non potrà stupire come anche un ulteriore evento potenzialmente rivoluzionario, l’annunciato abbattimento di due missili da crociera ipersonici Tsirkon, rimanga avvolto da un alone di dubbi e incongruenze. Dopo averne documentato l’utilizzo in due occasioni da parte dei russi, i militari ucraini hanno rivendicato l’intercettazione di due 3M22 “Tsirkon” sopra i cieli di Kiev il 25 marzo 2024, inizialmente scambiati per missili balistici.95 Si tratterebbe dell’ennesimo exploit dei Patriot cittadini, gli unici sistemi in grado di potenzialmente tentare un ingaggio di armi simili: secondo i russi, i 3M22 viaggiano ad una velocità media di Mach 5, si mantengono ipersonici per parte del volo ad alta quota (fino a 28km nei test) e sono in grado di raggiungere i Mach 8.96 Da parte loro, come spesso accade, le fonti ucraine sono contraddittorie: dapprima il noto direttore del centro di ricerca forense di Kiev – citando fonti militari – ha ridimensionato le prestazioni dell’arma russa,97 parlando di una velocità terminale di soli Mach 2; un mese dopo, annunciando orgoglioso le prime intercettazioni, il Comando Aereo “Centro” ucraino parlava di missili entrati nello spazio aereo nazionale a Mach 7.5 e 40 chilometri di quota,98 mentre il portavoce dell’aeronautica militare descriveva armi viste raggiungere Mach 9 in quota ma scendenti a Mach 4.5 nella fase terminale, rendendosi a quel punto intercettabili da Patriot e SAMP-T.99
Trattandosi di missili da crociera, gli Tsirkon mantengono la spinta propulsiva durante l’intero volo, al contrario di armi quasi-balistiche come Iskander-M e Kinzhal: è quindi poco plausibile che essi possano perdere eccessivamente velocità nella fase terminale, dove è persino possibile siano concepiti per accelerare. Non è forse un caso che i detriti recuperati suggeriscano una costruzione particolarmente dedicata a sopportare lo shock termico di una fase terminale ipersonica a bassa quota. In ogni caso, le informazioni riguardanti l’arma rimangono ancora troppo frammentarie e contraddittorie per giungere a conclusioni riguardo le sue prestazioni; ciò che sappiamo è che almeno 4 Tsirkon sono stati lanciati sul territorio ucraino, di cui 3 sulla capitale. A dispetto delle dichiarazioni dei militari, uno dei due missili annunciati come neutralizzati sembra essere esploso al suolo, provocando danni significativi (Figura 25); solamente di uno Tsirkon non possiamo escludere l’ipotetica intercettazione nella fase terminale, anche se le evidenze disponibili non bastano a provarla.
Tra gli elementi più curiosi a mettere in dubbio i dati ufficiali sulle intercettazioni, troviamo un video girato dalla stessa aviazione militare ucraina.100 Il breve filmato pubblicato il 3 luglio 2023 su YouTube, volto a celebrare i successi riscossi dalle difese aeree, mostra diversi sistemi antiaerei in servizio ucraino decorati con simboli rappresentanti gli abbattimenti rivendicati, con tanto di data e tipologia di bersaglio.
Ad essere inquadrata è anche la stazione di controllo mobile di una batteria Patriot: le intercettazioni riconosciute all’unità, orgogliosamente pitturate sulla scocca del mezzo (Figura 26), la identificano come partecipante alla difesa di Kiev. Sappiamo della presenza di due sole batterie Patriot in Ucraina a luglio 2023: una schierata a Kiev con la 96a Brigata Missilistica Antiaerea,101 e una appartenente alla 138a Brigata Missilistica Antiaerea, basata a Dnipro.102 Assumendo un simile schieramento, solo una batteria della 96a Brigata avrebbe difeso Kiev in quei mesi, cui dovrebbe giocoforza appartenere il mezzo sfoggiante le vittorie inquadrato nel filmato – si tenga presente come i Patriot fossero l’unico sistema ucraino schierato nella capitale in grado di abbattere bersagli balistici. Le intercettazioni raffigurate non combaciano con quelle ufficialmente annunciate sui cieli di Kiev: esse implicherebbero che il Patriot ivi schierato, che abbiamo visto in azione il 16 maggio, non abbia abbattuto alcun missile russo nelle prime tre settimane del mese. Si tratta, però, di una eventualità poco plausibile, che suggerisce una spiegazione alternativa, ovvero che il mezzo in questione appartenga alla 138a Brigata basata a Dnipro, il cui sistema Patriot avrebbe svolto il ruolo di batteria “itinerante” in quei primi mesi di dispiegamento. Un’ipotesi compatibile con gli abbattimenti di velivoli russi del 13 maggio 2023, avvenuti ben dentro i confini della Federazione, e che troviamo pitturati sul mezzo.
La batteria Patriot visibile nel video si sarebbe quindi unita alla difesa di Kiev solo nella seconda metà di maggio, a rinforzo o in sostituzione della batteria danneggiata dall’attacco russo della notte del 16. Eppure, persino in questa seconda ipotesi, le intercettazioni raffigurate sul mezzo non si conciliano con gli annunci ufficiali rilasciati dai vertici militari ucraini ai media. Troviamo difatti le silhouettes di due missili balistici e quattro missili cruise abbattuti sopra Kiev l’1 giugno 2023 – attacco dove i comunicati ufficiali ucraini annunciarono l’intercettazione di tre missili cruise e ben sette missili balistici.103 Ancora una volta, il tutto suggerisce manipolazioni dei dati relativi alle intercettazioni sulla capitale, volte ad incrementare il numero dei missili balistici lanciati e/o abbattuti, al contempo occultando le intercettazioni fallite. Finanche nel remoto caso in cui l’attacco dell’1 giugno sia stato simultaneamente intercettato da due diverse batterie di Patriot, permarrebbero incongruenze. Va infine tenuto a mente come le intercettazioni riconosciute agli equipaggi e pitturate sui mezzi, che in questo curioso caso paiono più modeste degli annunci ufficiali, non solo non abbiano garanzia di veridicità, ma storicamente tendano all’esagerazione.
Un ulteriore, cruciale fattore merita di essere considerato. Nello stesso periodo in cui i Patriot a difesa di Kiev venivano annunciati abbattere il 100% delle armi balistiche, creando quel santuario raccontatoci dai giornali, nel resto del paese le difese antimissile occidentali non riuscivano ad intercettare nulla di paragonabile. Secondo le medesime fonti ucraine, da giugno 2023 a maggio 2024 solamente 9 missili cruise supersonici sarebbero stati intercettati fuori la regione di Kiev, il 7% delle armi di quel tipo lanciate dai russi, mentre non figura alcun abbattimento di armi balistiche, tra le 190 impiegate dai russi:105 ciò nonostante nel resto del paese fosse schierata una batteria SAMP-T franco-italiana,106 ed uno o più sistemi Patriot107 – di cui almeno una batteria a lungo operante nell’Ucraina orientale (Figura 27).104 Come spiegare questa abissale differenza? Tali difese antimissile occidentali, pur coprendo zone limitate del vasto territorio ucraino, sono certamente poste a difesa di obiettivi prioritari e frequentemente attaccati. Con i tassi di intercettazione reclamati a Kiev, risultanti in più di 60 abbattimenti balistici, ci si aspetterebbero numerosi abbattimenti anche nel resto del paese, ma così non è stato.
Un esame approfondito delle stesse fonti ucraine è destinato ad incontrare numerose incongruenze: nell’attacco russo del 23 gennaio 2024, si sostiene che le difese aeree di Kiev abbiano abbattuto tutti i missili diretti sulla capitale;108 eppure, oltre al già citato Kh-101 filmato andare a segno in quella occasione, almeno due missili balistici non intercettati sul territorio ucraino scompaiono dai rapporti.109 Il 7 febbraio successivo, un non identificato missile balistico viene individuato mentre punta sulla capitale:110 sparirà anch’esso dai rapporti sui danni, che parleranno di soli missili da crociera subsonici diretti su Kiev quella notte.111 Settimane dopo, alcuni frammenti identificheranno quel missile balistico non intercettato come il primo Tsirkon lanciato dai russi sulla capitale.112 Anche il 15 febbraio 2024 l’aeronautica ucraina rileva il lancio di 6 missili balistici dalla regione di Voronezh, apparentemente diretti su Kiev. I successivi comunicati relativi alle intercettazioni annunciano l’abbattimento di tutti i missili diretti sulla capitale,113 ma tra di essi, a quel punto, risulta un solo missile balistico.114 Per di più, l’unico missile balistico rivendicato come abbattuto in quella occasione, un KN-23 di fabbricazione nord-coreana, esploderà al suolo lasciando un enorme cratere nel terreno soffice al di fuori del sobborgo di Bucha (Figura 28) – mostrando come la tentata intercettazione abbia in realtà fallito nel neutralizzare la testata del missile.115
Nel confezionare i rapporti ufficiali riguardanti le quantità di missili lanciate dai russi e gli abbattimenti di successo, molto sembra volto a rassicurare la popolazione della capitale, nel contempo esaltando le prestazioni dei Patriot e difendendone l’aura di invincibilità – ammettendo fallimenti della difesa aerea solo in zone dove non possono essere automaticamente imputati al noto sistema statunitense. Forse ancor più crucialmente, tutto ciò deve conciliarsi con la necessità di non fornire informazioni utili al nemico relative al successo o meno dei raid missilistici, oppure fornirne di ingannevoli: le fonti militari ucraine faticano ad offrire una narrazione coerente proprio poiché piegata a bisogni tanto diversi, necessitanti distorsioni e manipolazioni. Grande incognita rimane quella riguardante l’effettivo numero di missili lanciati dai russi durante i due anni di conflitto, non solo facilmente manipolabile, ma spesso difficile da discernere per gli stessi militari ucraini, come più volte dagli stessi ammesso: si pensi alla difficoltà di distinguere esche da testate balistiche, o bersagli fittizi frutto di guerra elettronica da obiettivi reali.92 Non è quindi da escludere che, in varie occasioni, i bollettini ucraini trasformino i bersagli ingaggiati in missili abbattuti, senza la garanzia di non avere ingaggiato esche. E’ inoltre possibile che vi siano intercettazioni balistiche che falliscano nel distruggere la testata esplosiva, ma risultino in una deviazione del percorso di caduta dell’arma, danneggiando il sistema di guida terminale o le superfici di volo. Ciò sarebbe possibile specialmente con l’impiego di intercettori GEM-T con testata a frammentazione: è tuttavia difficile stabilire se e quando intercettazioni tentate abbiano ottenuto questo effetto secondario, non potendolo facilmente distinguere dall’effetto di sistemi di guerra elettronica, o dalla imprecisione intrinseca del missile stesso.
Oltre la nebbia di guerra: rivoluzione o evoluzione?
Numerose incongruenze e una lunga storia di manipolazione dei dati sugli abbattimenti devono spingere chiunque voglia farsi una idea realistica delle attuali dinamiche di guerra a mettere in dubbio le dichiarazioni ufficiali ucraine, esattamente come viene fatto con le analoghe russe – spesso censurate dai media tradizionali. Del resto, se i militari si limitassero a far trapelare la verità su tale tema, non farebbero bene il proprio lavoro: come abbiamo visto, la peculiarità del confitto in corso vede le autorità di Kiev nella difficile impresa di gestire una narrazione che sostenga il morale interno, non fornisca elementi utili al nemico e sia costantemente propedeutica all’invio di armi occidentali. Inoltre, sarebbe certo ingenuo non vedere nel tragico conflitto russo-ucraino anche una gigantesca vetrina per armamenti di ogni provenienza, armi che nel caso dei Patriot sono spina dorsale della difesa aerea di numerose nazioni, tuttora in produzione e alla perenne ricerca di nuovi acquirenti – in un mercato tradizionalmente conteso con gli analoghi russi. Dal 2022 ad oggi, sono continuate consegne e produzione su licenza di sistemi e munizionamento Patriot in almeno otto nazioni; in aggiunta, sono stati firmati nuovi contratti con dieci stati, per un valore di circa 30 miliardi di dollari116 – equivalente a quasi un terzo degli aiuti statunitensi inviati a Kiev in più di due anni di guerra.117
Sarebbe tuttavia un errore trarre da queste pagine conclusioni affrettate o ingiustificate. Abbiamo visto quanto sia facile confutare le infondate rivendicazioni massimaliste dei militari ucraini riguardo le performance anti-balistiche dei Patriot; eppure, ciò non equivale a provarne la sostanziale inefficacia. Dal punto di vista tecnico, non possiamo escludere a priori che i Patriot ucraini siano riusciti ad intercettare alcune delle minacce più avanzate che abbiamo trattato, specie impiegando i più moderni intercettori PAC-3 MSE nel favorevole contesto di azioni autodifensive, contro bersagli singoli o numericamente limitati. Uno studio vede suscettibili di intercettazione terminale testate manovrabili che non mantengono durante l’intera discesa una velocità superiore a quella raggiungibile dagli intercettori:118 ciò darebbe alcune chances ai Patriot ucraini contro i missili quasi-balistici russi, più o meno vulnerabili a seconda delle traiettorie da essi impiegate. Ciò nonostante, intercettazioni nel limite delle possibilità tecniche in casi ideali, possono essere ben difficili da realizzare in un campo di battaglia reale, con le numerose variabili che esso comporta, prima tra tutte il numero di minacce simultanee – vere o fittizie – in arrivo. E’ altresì importante realizzare quanto la difesa antimissile possa essere un gioco di grandi numeri, di attrito e saturazione, dove spesso il successo è degradare l’efficacia di attacchi avversari, mentre più raramente è realistico pensare di poter neutralizzare interamente attacchi complessi, con numerose minacce simultanee. Ciò vale particolarmente nel conflitto russo-ucraino, con una lunga campagna missilistica dispendiosa per entrambi gli schieramenti, e l’impossibilità di erigere difese adeguatamente stratificate se non in zone prioritarie.
Se è ancora difficile sostenere la radicale rivoluzione nella lotta antimissile da alcuni propugnata, è certo possibile parlare di una significativa evoluzione, che vede oggi sistemi di difesa aerea dimostrare su larga scala capacità solo teorizzate fino a pochi anni fa. Ironicamente, ad avvalorare la tesi che la difesa antimissile abbia compiuto notevoli progressi troviamo le performance delle difese aeree russe: a dispetto di un diffuso luogo comune che vedrebbe i sistemi antiaerei russi rivelatisi inefficaci nel conflitto ucraino e totalmente impossibilitati ad intercettare moderne minacce missilistiche occidentali, abbiamo prove dirette ed indirette di una notevole efficacia, anche se ben lontana dai bollettini propagandistici a cui anche Mosca ci ha abituato. Dopo una impreparazione iniziale, le difese aeree russe finalmente schierate come da dottrina in una rete ben integrata hanno mostrato di poter intercettare con variabile ma significativa efficacia ogni sorta di bersaglio: secondo gli stessi militari ucraini intenti ad orchestrare attacchi missilistici, già nell’autunno 2022 la rete antiaerea russa intercettava quasi tutti i missili antiradar supersonici HARM e diversi GMLRS (Figura 32) – i famigerati missili guidati lanciati dai sistemi HIMARS – in ognuna delle salve lanciate.119 Si tratta di bersagli complessi, dalla relativamente piccola impronta radar e viaggianti a circa Mach 2 – nel caso dei GMLRS, con un profilo di volo pseudo-balistico. Similmente, dopo un periodo di reazione inefficace, le difese aeree russe hanno mostrato di poter abbattere sofisticati missili da crociera Storm Shadow, armi relativamente lente ma concepite per essere estremamente ardue da individuare e tracciare con sistemi radar (Figura 30). Che i sistemi russi a difesa di bersagli prioritari rappresentino un serio ostacolo anche per missili con tecnologia stealth quali Storm Shadow e Taurus è confermato da una celebre conversazione tra alti gradi della Bundeswehr, intercettata e diffusa dai servizi segreti russi.120
La crescente efficacia della rete antimissile russa obbliga le forze ucraine ad orchestrare attacchi coordinati con molteplici missili ogni qualvolta sia necessario attaccare obiettivi ben difesi; spesso e volentieri, anche missili stealth come gli Storm Shadow vedono lanci multipli accompagnati dal lancio di armi antiradar e di esche. Questi attacchi ben congegnati hanno dimostrato in numerose occasioni di riuscire a penetrare, con almeno alcuni vettori, anche le difese più munite; tuttavia, ciò comporta costi significativi per l’attaccante, ed impone una ben studiata scelta di obiettivi che sia commisurata alla difficoltà di rimpiazzare le munizioni più avanzate, con il rischio che un attacco troppo esiguo non penetri le difese. Non è un caso che i russi abbiano schierato durante l’intero conflitto dozzine di velivoli ed elicotteri in aeroporti nel raggio d’azione di missili ucraini (Figura 31), nonostante in diverse occasioni questi ultimi abbiano orchestrato attacchi di successo.121
Più recentemente, l’arrivo dei missili quasi-balistici ATACMS ha aggiunto un formidabile strumento all’arsenale di Kiev, ma anche in questo caso siamo lontani dalla super-arma spesso raccontata: nell’attacco alla base aerea russa di Dzhankoy, condotto il 17 aprile 2024, abbiamo evidenze del lancio di almeno 9 missili quasi-balistici ATACMS,122 di cui 4 sono sfuggiti all’intercettazione.123 La batteria S-400 a difesa dell’obiettivo, un sistema antiaereo moderno ma non particolarmente specializzato nella lotta anti-balistica – ruolo che nelle forze armate russe è ricoperto dagli S-300V4124 – sarebbe riuscita ad intercettare solo parte dell’attacco, in un ingaggio terminale risultante nella distruzione di parte della batteria antiaerea stessa. Il 24 maggio successivo, un nuovo attacco diretto contro una batteria S-400 russa ha visto un missile ATACMS colpire il bersaglio, con un lancio di 6 intercettori a suggerire l’impiego di almeno 3 missili balistici da parte ucraina.125 Sempre a maggio 2024, un lancio di almeno 8 ATACMS contro un centro di comunicazione satellitare russo ha visto 4 o 5 missili sfuggire all’intercettazione: il sito era difeso da sistemi di difesa di punto Pantsir e, possibilmente, S-400.126 Duelli, quelli tra S-400 e ATACMS, con vari punti in comune rispetto a quelli intrapresi dai Patriot: ambo i sistemi sono limitati ad intercettazioni terminali di missili balistici nel raggio di poche decine di chilometri, e soffrono di radar con settori di ricerca anti-balistica limitati;127 d’altra parte, gli ATACMS sono bersagli sulla carta più abbordabili dei missili quasi-balistici russi, mentre i Patriot dispongono di intercettori maggiormente ottimizzati per il ruolo antibalistico.
Attenzione, tuttavia, a trarre conclusioni riguardo le performance antibalistiche degli S-400 dai casi in cui sono emerse evidenze visive: non va dimenticato come ad essere pubblicizzati da parte ucraina siano, naturalmente, i soli attacchi di successo – le forze ucraine hanno probabilmente ricevuto, dal 2023 ad oggi, centinaia di ATACMS,128 molti più di quelli documentati in azione, il che lascia supporre un buon numero di attacchi infruttuosi. Se sono evidenti i limiti dei famigerati S-400 nel ruolo antibalistico, è altresì interessante osservare come i sistemi S-300V4 russi abbiano subito poche perdite durante i ventisette mesi di conflitto, e non siano mai caduti preda dei missili ATACMS ucraini: i migliori sistemi antibalistici mobili in servizio russo – se escludiamo lo sparuto numero di S-500 oggi in servizio – sembrerebbero in grado di opporsi con grande efficienza a tali minacce, oppure le stesse forze di Kiev si asterrebbero dall’attaccarli con armi balistiche, riconoscendone l’efficacia e temendo inutili sprechi di munizioni.
I sistemi russi hanno quindi mostrato, in più di due anni di guerra, la notevole capacità di intercettare avanzate armi da crociera e balistiche, con efficacia tale da mettere in sicurezza obiettivi prioritari nei confronti di attacchi limitati: tuttavia, anche diverse tra migliori difese antimissile russe sono state, in numerose occasioni, penetrate da attacchi complessi condotti con numerose armi, riuscendo sovente ad intercettarli parzialmente limitandone i danni. Al fine di mettere nella giusta prospettiva le notizie uscenti dal fronte ucraino, è infine utile guardare brevemente alla rappresaglia missilistica recentemente lanciata da Teheran contro il territorio israeliano. Secondo fonti IDF e statunitensi, le formidabili difese antimissile israeliane avrebbero intercettato la totalità dei missili da crociera iraniani e l’83% dei missili balistici – dati di parte, con ogni probabilità ottimistici.129 Se consideriamo come a difendere lo stato ebraico vi siano numerose batterie di tre sistemi anti-balistici operanti in parallelo – di cui due tra i più moderni e capaci al mondo – in grado di garantire successive finestre d’ingaggio di missili balistici in diverse fasi del volo, diviene ancor più implausibile che una o due batterie di Patriot abbiano potuto abbattere la totalità delle minacce balistiche lanciate su Kiev da un anno a questa parte.
In conclusione, a dispetto di quanto da molti assunto, non vi sono ad oggi prove concrete delle eccezionali performance antibalistiche dei Patriot ucraini: numerose evidenze ed incongruenze suggeriscono bensì un quantitativo di abbattimenti di successo decisamente inferiore a quello propagandato ufficialmente. D’altra parte, rimane tecnicamente plausibile che i sistemi Patriot PAC-3 abbiano raggiunto una pur considerevole efficacia nella lotta antimissile e antibalistica: si possono suppore, limitatamente a difese stratificate come quelle dispiegate a Kiev, performance più o meno paragonabili a quelle mostrate dalla rete antimissile russa posta a difesa di obiettivi prioritari – della cui efficacia e limiti abbiamo diverse evidenze. Tuttavia, se gli elementi ad oggi disponibili smentiscono le massimaliste rivendicazioni di Kiev, essi non consentono di quantificare con precisione l’efficacia dei Patriot ucraini. Recentemente, ad aprile e maggio 2024, i russi si sarebbero astenuti dall’attaccare con missili balistici la capitale ucraina: a prima vista, ciò potrebbe indicare una maggiore efficienza finalmente raggiunta dalle difese antibalistiche schierate a Kiev; si tratta, però, di una anomalia già vista in precedenza, che potrebbe altresì spiegarsi con la decisione russa di concentrare le armi balistiche su differenti bersagli prioritari ben protetti nei confronti di missili da crociera. Un fattore cruciale, ma difficilmente misurabile, rimane l’impatto della guerra elettronica nel limitare la precisione dei missili attaccanti: unito alla scarsa precisione intrinseca di diverse tra le armi impiegate in Ucraina, esso aiuta a spiegare la spesso limitata efficacia degli attacchi missilistici di ambo i contendenti, solitamente intestata alla sola azione delle difese antimissile. Più in generale, il conflitto ucraino mostra come sia ancora possibile, seppur dispendioso e non facilmente sostenibile nel lungo periodo, penetrare le più avanzate difese antimissile tattiche con attacchi sufficientemente numerosi e coordinati, impiegando missili da crociera a bassa impronta radar e armi quasi-balistiche. Infine, data la limitatissima porzione del vasto territorio ucraino coperta dai sistemi Patriot e SAMP-T nel ruolo antibalistico, la minaccia di un impiego limitato o dimostrativo del nucleare tattico russo, per quanto oggi assai remota, rimane non contrastabile – ciò a prescindere dalle reali performance antibalistiche dei due sistemi.
FONTI E NOTE
- https://www.rusi.org/explore-our-research/publications/commentary/russias-options-theatre-missile-coercion[↩]
- https://www.fanpage.it/esteri/perche-i-missili-che-abbiamo-dato-allucraina-allontanano-un-attacco-nucleare// [↩]
- Ivo H.Daalder, “A Tactical Defense Initiative for Western Europe?”, Bulletin of the Atomic Scientist, May 1987.[↩]
- Vedi Corriere della Sera, 12 Novembre 1940.[↩]
- Price, Alfred. “The Hardest Day: The Battle of Britain: 18 August 1940.” Haynes Publishing. London.[↩]
- Igor Seidov and Stuart Britton. “Red Devils over the Yalu: A Chronicle of Soviet Aerial Operations in the Korean War 1950–53”, Helion and Company, 2014.[↩]
- https://x.com/mahmouedgamal44/status/1759430267414950005[↩]
- Corriere della Sera, 13/11/40; Il Pomeriggio 4/12/1943 e 9/3/1944[↩]
- Sherwood, Ben, “The Blip Seen ‘Round the World,” The Washington Post, 20 September 1992[↩]
- Public Papers of the Presidents of the United States: George H. W. Bush (1991, Book I)[↩]
- Shea Cotton e Jeffrey Lewis, “The Global Missile Defense Race: Strong Test Records and Poor Operational Performance”, NTI, Apr 16, 2021[↩][↩][↩]
- “Operation Desert Storm: Data Does Not Exist to Conclusively Say How Well Patriot Performed,” GAO, September 1992[↩]
- Hildreth, Steven, “Evaluation of U.S. Army Assessment of Patriot Antitactical Missile Effectiveness in the War Against Iraq,” Congressional Research Services, prepared for the House Government Operations Subcommittee on Legislation and National Security, 7 April 1992.[↩]
- Postol, Theodore A. “Optical Evidence Indicating Patriot High Miss Rates During the Gulf War”, April 7, 1992[↩]
- Weiner, Tim, “Patriot Missile’s Success a Myth, Israeli Aides Say,” The New York Times, 21 November 1993[↩]
- “Report of the Defense Science Board Task Force on Patriot System Performance”, Washington, DC: Department of Defense, 2005.[↩]
- Theodore A. Postol, “Additional Information of Technical Relevance”, April 20, 2004[↩]
- Hawley, John K. “Patriot wars: automation and the Patriot air and missile defense system.” 2017.[↩]
- Theodore A. Postol, “An Informed Guess About Why Patriot Fired Upon Friendly Aircraft and
Saw Numerous False Missile Targets During Operation Iraqi Freedom”,April 20, 2004[↩] - “The Patriot PAC-3 missile program – an affordable integration approach”. January 7, 1997[↩]
- https://youtu.be/Mtz2BQ2Au0w?feature=shared[↩]
- Tom Kington, “Raytheon Touts Patriot Anti-Missile Performance in Yemen War”, July 12, 2016[↩]
- Ian Williams and Shaan Shaikh, “Interactive: The Missile War in Yemen,” Missile Threat, Center for Strategic and International Studies, October 13, 2016, last modified January 4, 2023[↩]
- Calcolo sulla base delle intercettazioni annunciate dalla coalizione, escludendo le dichiarazioni contrastanti con annunci Houthi. 38 missili balistici andati a bersaglio in zone protette dai Patriot, 54 includendo missili balistici intercettabili ma non andati a segno, e missili colpenti zone plausibilmente protette da Patriot.[↩]
- Lewis, Jeffrey, “Patriot Missiles Are Made in America and Fail Everywhere,” Foreign Policy, 28 March 2018[↩]
- L’US Army ha dichiarato di avere inviato in Ucraina l’intera gamma di missili Patriot in servizio, inclusi i più moderni PAC-3 MSE. I sauditi schieravano batterie Patriot PAC-3 con intercettori GEM-T e PAC-3; possibile anche l’impiego degli intercettori PAC-3 MSE.[↩]
- Vedi caratteristiche dei missili balistici impiegati dagli Houthi in Ian Williams and Shaan Shaikh, “The Missile War in Yemen”, A Report of the CSIS Missile Defense Project, June 2020.[↩]
- Jan Kallberg, “US Reaps Rewards of Ukraine’s Battlefield Successes”, Center for European Policy Analysis, January 16, 2024 [↩]
- Riguardo i velivoli, vedi qui e qui per alcuni esempi.[↩]
- https://armyinform.com.ua/2023/06/24/yak-ukrayinski-akuly-zuhvalogo-rosijskogo-aligatora-vpolyuvaly/[↩][↩]
- Система зенитного управляемого ракетного оружия “Орша”, Технические предложения, 1978[↩][↩][↩][↩]
- Carlo Kopp, “NIIP 9K37/9K37M1/9K317 Buk M1/M2
Self Propelled Air Defence System / SA-11/17 Gadfly/Grizzly”, July 2009, Updated April, 2012. [↩] - Matejcek, Miroslav & Sostronek, Mikulas. (2023). The Ground Based Air Defence Solutions. Science & Military. 18. 21-28. 10.52651/sam.a.2023.1.21-28.[↩]
- I sistemi anti-balistici S-300V non furono mai esportati fuori dall’URSS e impiegano missili oggi prodotti esclusivamente in Russia. A gennaio 2023, il portavoce dell’aviazione ucraina Ignat ha dichiarato che gli S-300V di Kiev erano inutilizzabili come sistemi anti-balistici per mancanza di missili.[↩]
- Carlo Kopp, “Soviet/Russian Cruise Missiles”, August 2009, Updated April, 2012[↩][↩]
- https://www.pravda.com.ua/news/2022/05/30/7349548/[↩]
- https://www.ukrinform.net/rubric-ato/3500319-enemy-fired-five-kh22-cruise-missiles-at-kyiv-general-staff.html[↩]
- https://www.ukrinform.ua/rubric-ato/3517969-ppo-zbila-nad-odesinou-rosijsku-raketu-h22.html[↩]
- https://mil.in.ua/uk/news/vijskovi-zsu-pokazaly-zbytu-z-pzrk-ygla-rosijsku-raketu/[↩]
- https://www.facebook.com/kpszsu/posts/pfbid02PoWQshJ55g2BegcNWK2E7F8UKraNwMpdbzWSNVK4ddc7VTiYAyTL5BGKowe5PWwjl?comment_id=3482867481928902&reply_comment_id=1804657956571247[↩][↩]
- https://www.facebook.com/kpszsu/posts/pfbid02PfhYTR3a9ahpYgA8HcjUacjynAd3cXdtcwCXW9s7U9qyaxkibotNNYCZWqkhbQdFl[↩]
- https://unn.ua/news/po-odeschini-zranku-okupanti-vdarili-dvoma-raketami-oniks-yikh-znischili-nad-morem-ok-pivden[↩]
- vedi 1, 2, 3, 4.[↩]
- https://www.pravda.com.ua/news/2022/09/1/7365626/[↩]
- https://en.defence-ua.com/news/after_a_two_months_pause_russians_remembered_they_have_oniks_missiles_to_launch_and_attempt_a_delayed_strike-5171.html[↩]
- https://24tv.ua/intervyu-yuriyem-ignatom-pro-ppo-f-16-raketi-yaki-mozhe-ne-mozhe_n2268925[↩][↩]
- Carlo Kopp, “Soviet/Russian Tactical Air to Surface Missiles”, Updated April, 2012[↩]
- https://web.archive.org/web/20220309170507/https://mil.in.ua/uk/news/protypovitryana-oborona-ukrayiny-zbyla-raketu-h-31p/[↩]
- https://suspilne.media/odesa/257766-nad-odesinou-zbili-rosijsku-raketu-h-31/[↩]
- https://www.facebook.com/watch/?v=2899630830342583[↩]
- https://suspilne.media/odesa/312720-nad-morem-zbili-raketu-aku-vipustili-po-odesini/[↩]
- https://news.liga.net/ua/politics/news/bombardirovschiki-su-24-udarili-po-odesskoy-oblasti-raketami-h-31p-ni-odna-ne-popala-foto[↩]
- https://dn.npu.gov.ua/news/na-kramatorskiy-rayon-bulo-vipushcheno-operativno-taktichniy-raketniy-kompleks-iskander-budte-oberezhni-z-vibukhovimi-predmetami[↩]
- https://lb.ua/society/2022/03/19/510255_viyskovi_zbili_zi_stingera.html[↩]
- uno nei pressi di Vinnitsya, e uno nella regione di Donetsk[↩]
- https://t.me/mykola_lukashuk/401[↩]
- Vedi dichiarazioni di Ignat a gennaio e marzo.[↩]
- https://www.brookings.edu/articles/ukraine-and-the-kinzhal-dont-believe-the-hypersonic-hype/[↩]
- https://youtu.be/SPN9KGF7-Ig?feature=shared[↩]
- https://web.archive.org/web/20230506082420/https://mil.in.ua/uk/news/povitryani-syly-pidtverdyly-zbyttya-giperzvukovoyi-rakety-kynzhal/[↩]
- https://suspilne.media/466841-ci-bula-zbita-nad-kievom-giperzvukova-raketa-vnoci-4-travna-so-pro-ce-vidomo/[↩]
- https://web.archive.org/web/20230505085023/https://defence-ua.com/weapon_and_tech/giperzvukovij_h_47_kinzhal_uspishno_zbito_zsu_foto_ulamkiv_j_pojasnennja_prichini_silnogo_vibuhu_unochi_4_travnja_nad_kijevom-11498.html[↩]
- https://www.pravda.com.ua/news/2023/05/16/7402373/[↩][↩][↩]
- Missili balistici di fabbricazione nord-coreana, analoghi degli Iskander-M.[↩]
- Il 13 dicembre 2023, e il 2 gennaio 2024.[↩]
- https://youtu.be/u_cLMukezdM?feature=shared[↩]
- Vedi test con MRBM nel 2017 e nel 2023. Due intercettazioni rivendicate dai sauditi di missili balistici Burkan-2, con velocità prossime a quelle di un MRBM, sono state smentite.[↩]
- http://militaryrussia.ru/blog/topic-896.html[↩]
- https://t.me/voenkorKotenok/53436[↩]
- https://www.pravda.com.ua/news/2024/01/23/7438477/[↩]
- Ulteriore esempio il 2 giugno 2023, dove successive esplosioni al suolo in direzione di una batteria antiaerea di Kiev suggeriscono impatti nascosti dai militari.[↩]
- https://youtu.be/dibSQs0Qeeo?feature=shared[↩][↩]
- https://vk.com/video-31371206_456267612[↩]
- https://edition.cnn.com/2023/05/16/politics/patriot-missile-damage-ukraine[↩]
- https://vk.com/video-31371206_456267622[↩][↩][↩]
- Gregory W. Frank, “DEBRIS FROM BALLISTIC MISSILE DEFENCE: AN ANALYSIS TOOL FOR POLICY/PLANNING STUDIES”, Department of National Defence (Canada) Directorate of Air Operational Research, Ottawa, 1995.[↩][↩]
- Un ulteriore, solitario lancio missilistico è visibile nei due minuti successivi, ma non è chiaro se si tratti di un missile Patriot, poiché è in direzione opposta, e non ha vampa visibile al lancio.[↩]
- https://www.facebook.com/photo.php?fbid=620932726752096&set=pb.100065061211297.-2207520000&type=3[↩]
- Assumendo un incremento del 30% delle performance rispetto ai radar AN/MPQ-53, sulla base di modello di Kinzhal e simulazione di Dhimas Afihandarin.[↩]
- https://github.com/rafal9820/9M723-Iskander-missile-trajectory/blob/main/python_analysis/iskander_trajectory_analysis.ipynb[↩][↩][↩]
- Stefan Forss, “The Russian Operational-Tactical Iskander Missile System”, Maanpuolustuskorkeakoulu, Strategian laitos, 2012.[↩]
- http://militaryrussia.ru/blog/topic-816.html[↩]
- https://tass.com/defense/1696437[↩]
- Jack Watling and Nick Reynolds, “Ukraine at War: Paving the Road from Survival to Victory”, RUSI, 4 July 2022.[↩]
- https://x.com/clashreport/status/1658415739533967360[↩]
- https://pbs.twimg.com/media/EFanF8_WkAcnzej?format=jpg&name=medium[↩]
- “Ready/preferred missiles will not be held in reserve if they are needed for today’s battle. Any TBM may be carrying weapons of mass destruction; therefore, Patriot and THAAD should engage a TBM threatening a defended asset with the best available interceptor for the mission. Engaging units should always shoot a TBM threatening a defended asset with the number of interceptors required to meet the CINC’s engagement effectiveness guidance.” Vedi “PATRIOT BATTALION AND BATTERY OPERATIONS”, Headquarters Department of the Army, 13 May 2002.[↩]
- https://www.facebook.com/photo.php?fbid=211567674961318&set=pb.100083242603542.-2207520000&type=3[↩]
- Il foro nella testata potrebbe sembrare compatibile con la piccola carica a frammentazione degli intercettori PAC-3. Tuttavia, secondo la stessa Lockeed Martin, tale carica non è attivata quando si intercettano bersagli balistici.[↩]
- https://www.facebook.com/MNS.GOV.UA/posts/pfbid02B6DJjVZxe6SGyDnAzv6NpVBCDHSESGDPu7S2qAGJaefKkQHLhfwcuzRizSWqRXzJl[↩]
- https://kg.npu.gov.ua/news/politseiski-vybukhotekhniky-kirovohradshchyny-provely-na-terytorii-oblasti-kontrolovanyi-pidryv-dvokh-aerobalistychnykh-raket[↩]
- https://rubryka.com/2024/01/13/u-povitryanyh-sylah-rozpovily-chy-vdalosya-zbyty-vorozhi-kyndzhaly-pid-chas-rankovoyi-ataky/[↩][↩]
- https://t.me/kpszsu/4173[↩]
- https://scienceandglobalsecurity.org/archive/sgs31wright.pdf[↩]
- https://suspilne.media/714650-kerivnik-laboratorii-kndise-pro-raketu-cirkon-letit-ne-tudi-kudi-treba/?utm_source=copylink&utm_medium=ps[↩]
- http://en.kremlin.ru/events/president/news/64169[↩]
- https://vechirniy.kyiv.ua/news/95131/[↩]
- https://www.facebook.com/PvkCenter/posts/pfbid0385dTQzEQG8ikWZmirck3wNKTTiJfFRpJ6GvQnn5D7NBUfkNyAXFTTPqNa1TBfwFCl[↩]
- https://en.interfax.com.ua/news/general/976415.html[↩]
- https://youtu.be/_Hw-PnYt-lI?feature=shared[↩][↩]
- https://www.facebook.com/kpszsu/posts/pfbid08wpn42FG8npTZMYyC15WLnsEjiLnFZzh1GC9CozMpkVjB8esJJp9Z8hL331JMa3Rl[↩]
- https://en.defence-ua.com/weapon_and_tech/ukraines_military_showed_the_patriot_pac_3_which_is_on_combat_duty_and_ready_to_shoot_down_targets_at_the_range_of_150_km-6524.html[↩]
- https://censor.net/en/news/3421957/7_iskanderm_ballistic_missiles_and_3_iskanderk_cruise_missiles_were_destroyed_air_force_infographics[↩]
- Vedi https://t.me/voenacher/62210 e https://x.com/EdoardoFontana7/status/1781328770592325645[↩][↩]
- Calcolo sulla base degli annunci dei militari ucraini, escludendo missili S-300 impiegati come armi pseudo-balistiche e missili neutralizzati da sistemi di guerra elettronica.[↩]
- https://lb.ua/society/2023/06/19/561332_sistema_ppo_sampt_rozgornuta_i.html[↩]
- https://x.com/AirPowerNEW1/status/1799830592902795371[↩]
- https://t.me/kievinfo_kyiv/41443[↩]
- Vedi qui e qui per i vari attacchi balistici registrati nel territorio ucraino il 23.[↩]
- https://t.me/kpszsu/10451[↩]
- https://t.me/VA_Kyiv/4495[↩]
- https://t.me/OleksandrRuvin/143[↩]
- https://suspilne.media/kyiv/684858-cerez-raketnu-ataku-rf-na-kiivsini-e-rujnuvanna-zitlovih-budinkiv/[↩]
- https://t.me/kpszsu/10748[↩]
- https://www.pravda.com.ua/eng/news/2024/02/16/7442218/[↩][↩]
- Calcolo a partire da dati SIPRI (2022-2023) più contratto firmato per l’US Army, poi esteso, e contratto con Germania del 2024.[↩]
- Jonathan Masters and Will Merrow, “How Much U.S. Aid Is Going to Ukraine?”, CFR, updated May 9, 2024[↩]
- Wright, David, and Cameron L. Tracy. “Hypersonic Weapons: Vulnerability to Missile Defenses and Comparison to MaRVs.” Science & Global Security 31, no. 3 (2023): 68–114.[↩]
- Jack Watling and Nick Reynolds, “Meatgrinder: Russian Tactics in the Second Year of Its Invasion of Ukraine”, RUSI, 19 May 2023.[↩]
- https://www.bundle.app/en/breakingNews/full-transcript-of-german-top-military-officials’-leaked-plot-to-attack-crimean-bridge-15a59c62-f695-4d07-852d-788455d17230[↩]
- Numerose le basi in Ucraina nel raggio dei missili di Kiev, alcune già attaccate, a lungo o tuttora operative. Esempi: Saki, Strilkove, Dzhankoy.[↩]
- 7 ATACMS visibili in questo video, e 2 in quest’altro.[↩]
- Stando alle immagini satellitari, con una tipica dispersione di submunizioni in un raggio di circa 300 metri.[↩]
- https://www.ausairpower.net/APA-Giant-Gladiator.html[↩]
- https://t.me/tivaz_artillery/3909[↩]
- Il lancio di 8 ATACMS è visibile in un video, così come 4-5 esplosioni al suolo ed il lancio di un intercettore, probabilmente da parte di un Pantsir. Immagini satellitari rivelano 4 impatti.[↩]
- https://web.archive.org/web/20200807175118/https://dfnc.ru/ekspertnoe-mnenie/otrazhenie-gibridnyh-ugroz-zrk-v-sisteme-pvo-i-pro/[↩]
- https://www.nytimes.com/2024/04/24/us/us-ukraine-russia-missiles.html[↩]
- https://x.com/EdoardoFontana7/status/1779837019444646028[↩]
- https://youtu.be/3JP_a-MkOgQ?feature=shared[↩]